125 anni di Fiat al Lingotto tra Lapo, la Pandona e la paura di John

Ci sono tutti. Ricompare anche Lapo con signora. Fiat festeggia i 125 anni al Lingotto, a casa sua con tutta la prima linea dirigenziale. C’e’ anche il ministro Urso quello che ha fatto cambiare nome all’Alfa Milano e togliere le bandierine tricolori dalla Topolino.

Almeno oggi non porta venti di guerra. Anche se non mancano i messaggi da u a parte e dall’altra. Il bello e’ che sia il padrone di casa John Elkann che il ministro Urso citano l’avvocato Agnelli.

“Oggi ricordiamo quello che era l’auto italiana, orgoglio del Paese, frutto dell’ingegno e del sacrificio di intere generazioni di lavoratori, la Fiat era l’industria italiana e l’Italia era con la Fiat sempre. Adesso dobbiamo ritrovare la necessaria coesione e responsabilità sociale per consentire che questa storia continui anche con Stellantis”, ha detto il ministro che non si e’ risparmiato qualche frecciatina: “L’impresa che ha fondato l’industria italiana deve assumersi la responsabilità sociale del rilancio dell’auto in Italia nel rispetto di quello che la Fiat ha dato all’Italia e di quello che l’Italia ha dato. Lavoriamo insieme perché si rinnovi questa storia di successo. Questa era ed è la città dell’auto, evitiamo che diventi un museo industriale”., ha concluso poco prima dell’inaugurazione di Casa Fiat.

“Oggi Fiat è il primo marchio di Stellantis, che sono orgoglioso di aver
contribuito a creare 3 anni fa. Grazie a Stellantis, Fiat ha potuto conquistare
sempre più clienti”, ha detto il presidente Elkann aggiungendo poi: “Fiat è presente in oltre 70 Paesi, ha attraversato crisi, guerre, calamità naturali. Nel mio caso, questi ultimi 25 anni sono stati duri; ho e abbiamo avuto anche paura di non farcela, di fronte alle tantissime avversità che abbiamo dovuto affrontare”. Onesto.

Ci sono tante parole, molte promesse. Le auto di ieri, quelle di oggi e quelle di domani come la Pandona che avrà’ tante sorelle, elettriche e non. Lei in versione elettrica costerà meno di 25 mila euro.

Per i 100 anni c’era tutta un’altra atmosfera. Ma erano altri anni per la Fiat che in Italia regnava incontrastata. C’erano ancora l’Avvocato, suo fratello Umberto, i nipoti erano ancora dei ragazzi.

Quel giorno da Silverstone non arrivo’ una bella notizia. La Ferrari di Schumacher ebbe un problema e Michael si fratturo’ la gamba. Fu la fine del sogno Mondiale che proseguì con Irvine, ma poi fu rinviato agli anni a seguire. Ricordo la preoccupazione di Montezemolo dall’elicottero che quella sera lo stava portando da Bologna a Torino. Doveva scegliere un sostituto per Michael e alla fine la scelta cadde su Mika Salo.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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